Cresciuto in ambiente prettamente
sportivo, Mario fin dalla adolescenza pratica il ciclismo a livello
agonistico attraverso tutte le categorie federali, con una lunga serie
di vittorie e di risultati di rilievo.
Anche il servizio militare non lo
allontana dallo sport, svolge attività su pista, suo vecchio ma
incompiuto amore, presso il Centro Sportivo della Aeronautica di Roma.
Alcuni suoi traguardi più
significativi: due volte campione della provincia di Vercelli, due volte
vice campione del Piemonte sia strada che a cronometro, due volte vice
campione italiano a cronometro, tre volte Campione Italiano a
cronometro, primatista Europeo e Mondiale (Udace) 24 ore su pista.
E’ stato fra i primi in Italia a
praticare la disciplina del mountain bike in arrivo dagli Stati Uniti in
modo “serio”,definizione più consona di quella più usata e bistrattata ,
“estremo”.
I GRANDI RAID E LE ALTRE
IMPRESE IN MOUNTAIN BIKE
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Nell’Aprile del “90”,
come primo approccio a quella che diverrà in seguito, sua attività
sportiva principale, idea ,organizza e partecipa alla
“Discesa” del
fiume Po’. Dal Piemonte alle foci di Porto Tolle, con biciclette fuori
strada, raid denominato “L’ultimo grido del Po”, patrocinato
dal Comune di Vercelli, con l’intento di evidenziare le bellezze del
“grande padre” della pianura Padana ed i mali di cui è affetto, legati
all’inquinamento sfrenato. In tale occasione contatta e dialoga con i
sindaci e i rappresentanti di tutte le località rivierasche
attraversate, realizzando un valido reportage giornalistico pubblicato
da alcune riviste e giornali, nonché un interessante reportage
fotografico che riscuote notevoli consensi. Percorsi 650 km di argini,
sponde e sentieri rivieraschi. |
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Nell’Agosto del”91”,
l’abbandono definitivo dell’attività su strada e la
consacrazione definitiva nel mondo internazionale delle grandi imprese
in mountain bike (oramai divenuta una appendice del suo corpo come l’ha
definita un giornalista parlando di Lui). Percorre, primo in Europa, in compagnia del vero
ideatore dell’impresa, il saluzzese Maurizio Gedda, le antiche e
storiche “Vie del Sale”, dalla Liguria alla Svizzera,
attraversando l’intero Arco Alpino Occidentale , lungo 700 km di strade
romane, mulattiere e sentieri pressochè impraticabili con punte di
altitudine vicine ai 3000 metri.
Da Dolceacqua, splendido paese
dell’entroterra ligure, da dove partivano le carovane con i preziosi
carichi di sale verso il nord Europa , a Ginevra. Quarantamila metri di
dislivello totali, 20 colli 40 vallate in 12 giorni .Questa impresa è
stata seguita da numerosi giornali regionali e nazionali e riviste fra
cui “No limits world” che all’evento ha dedicato ampi spazi.
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Nel Febbraio del”92”, in
collaborazione con il tour Operator internazionale Hotelplan, ha
organizzato e partecipato alla “Sry Lanka adventure bike”, sulle
orme di Marco Polo, nella splendente Isola di Ceylon. Avventura in
solitaria attraverso splendide distese di The, giungle e monti della
perla dell’Oceano Indiano, più tristemente conosciuta per le attività
terroristiche delle temibili “Tigri tamil” che rivendicano
l’indipendenza della parte Nord Orientale dell’isola (Trincomalae)
.Dalla capitale Colombo, lungo la costa, fino a Galle per poi entrare
nel cuore di Ceylon salendo fino ai 2000 metri di Nuwara Elja. Dal
Dalada Madigawa di kandy, alle giungle, fra elefanti e coccodrilli fino
alla Rocca del Leone, una rupe monolitica che si erge imponente
nell’immenso verde. Polonnaruwa, antica capitale dell’XI secolo con le
sue imponenti rovine ed Aukana accompagnano il suo rientro a Colombo
dopo 6 giorni e 600 km alcuni dei quali percorsi in compagnia di una
scorta armata a bordo di un’auto fuori strada. |
Nel Luglio del “93” idea ed
“interpreta”, Azimut estremo 20. Una folle pedalata in
mountain bike di 20 ore NON STOP sulle Prealpi Biellesi e Valsesiane,
nel corso della quale percorre quasi 400 km con un dislivello di 4000
metri sotto il controllo di una equipè medica capitanata dal dott.Mauro
Aguggia. Queste le parole del medico vercellese:”Una performance
eccezionale, una prestazione atletica su questa distanza e con questi
dislivelli che proietta Mario verso mete che noi del Centro di Medicina
dello sport di Vercelli avremo difficoltà a seguire . Dovremo lavorare
ancora molto con altri test per constatare se ce ne sarà ancora bisogno
fin dove arrivano le prestazioni di fondo di questo atleta di 38 anni
che si esprime come un ventenne. Tutti i test e controlli che abbiamo
effettuato durante la prova, (noi naturalmente eravamo a bordo di
un’auto fuori strada)hanno dato esiti inaspettati e sconvolgenti.
Addirittura 70/72 pulsazioni cardiache al minuto, (a riposo di norma
sono 40/42) con i grafici degli elettrocardiogrammi identici a quelli
precedenti la partenza!!!
Considerando che l’atleta in
questione, si è presentato volutamente a questo impegno senza una
particolare preparazione, ricorrendo esclusivamente alle doti
atletiche di base, ci chiediamo come mai non sia approdato nel mondo del grande ciclismo a
tempo debito??”
Il Progetto Azimut Estremo 20 è stato
seguito da molti giornali piemontesi e approvato dalla Segreteria
Nazionale Udace Csain ,inoltre è stato realizzato un video che riassume
le fasi salienti della prova.
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Si apprenderà in seguito che Mario
con questa prova ha voluto “testarsi” in previsione del suo attacco al
primato del mondo su pista delle 24 ore. Ed infatti , il 16 luglio del 1995
il rientro nell’ambiente del ciclismo, affiancato da sponsor di rilievo. Dopo 8 mesi di accuratissima
preparazione , lungo il prestigioso anello del Velodromo di Dalmine in
provincia di Bergamo, percorre 687,732 km in 24 ore, stabilendo un
primato ritenuto da molti medici sportivi al limite delle prestazioni umane.
Prova seguita da moltissimi giornali, riviste ed emittenti
radio/televisive. |
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Novembre 2001: grande
attraversata del Madagascar,
“Sotto il cielo della grande terra”. Questo
il titolo dell’impresa che lo vede impegnato nell’isola
continente patria dei lemuri. Percorre 1200 in una settimana,
dall’Altopiano Centrale dove è posta la capitale Antananarivo
, a Tulear nel profondo sud sul Canale di Mozambico. Dalle risaie
dell’altopiano alle foreste pluviali di Ranomafana, dove ha modo di
incontrare molti animali endemici e filmarli. Dal Parco dell’Isalo, le
cui immagini arricchiscono il suo interessantissimo documentario, ai
torridi deserti dove rischia la disidratazione .
Ma non solo sport e avventura in
questo suo viaggio. Mario porta aiuti umanitari ad alcuni religiosi
impegnati in opere di scolarizzazione e con loro resta in contatto.
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Inoltre, nel suo personale
archivio, annovera oltre 150 escursioni degne di interesse
storico/paesaggistico e culturale che lo hanno portato un po’ dovunque.
Dalla Sardegna, alle splendide sponde del fiume Mincio, in parte
documentate da reportage giornalistici/fotografici pubblicati da
giornali e riviste a cui collaborava.
E’ stato fondatore di due
associazioni "Azimut Club" e "Amici del Vento"
Associazioni, club privati noprofit.,
enti di volontariato e beneficienza, interessati ad organizzare eventi o
serate aventi come tema le esperienze di Mario, raccolte e sintetizzate
in questo sito... non devono fare altro che mettersi in contatto
scrivendo alla casella di posta del sito stesso.
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